Regione Liguria: subito la regia su acqua, trasporto pubblico e rifiuti
Genova, 25 luglio 2013. I dati di giugno della cassa integrazione confermano le peggiori previsioni sulla perdita di posti di lavoro per il 2013. Ancora tanta cassa integrazione per i lavoratori liguri, e se la deroga si dimezza perché le risorse sono finite, esplode il ricorso all’ordinaria e alla straordinaria con un sensibile incremento totale.
Alla gestione delle emergenze va pertanto affiancata una forte iniziativa di programmazione da parte delle Istituzioni locali, con l’obiettivo di rafforzare l’attrattività del nostro territorio verso nuove iniziative imprenditoriali. Di fronte alla crisi che incalza non possiamo permetterci di perdere un solo pezzo del nostro tessuto produttivo, ma non basta la sola difesa se vogliamo tornare a crescere e creare nuovi posti di lavoro.
Possiamo contare su un patrimonio di imprese high tech che vanno aiutate a crescere, favorendo l’incontro con il mondo dell’Università e della ricerca.
Dobbiamo colmare il grave ritardo infrastrutturale che affligge il nostro territorio non solo per cogliere le opportunità di sviluppo offerte da un sistema portuale che ha fame di spazi, ma anche per scommettere con convinzione sulla vocazione turistica.
Ma la sfida sulla competitività del sistema locale si gioca anche sulla capacità di garantire un adeguato livello di coesione sociale, sostenuto anche da accordi tra Istituzione e Parti Sociali con il pieno coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali.
Il protrarsi della crisi e i vincoli di bilancio ci costringono a fare i conti con risorse assolutamente insufficienti rispetto al moltiplicarsi dei bisogni da soddisfare.
Va quindi riorganizzato, come da noi richiesto, il sistema socio sanitario regionale per migliorare l’offerta ai cittadini razionalizzando la spesa.
Dobbiamo utilizzare l’occasione della nuova programmazione dei Fondi Europei per definire le scelte strategiche per il futuro e non disperdere le risorse in mille rivoli.
Ma la ricetta non può essere inseguire le emergenze caso per caso, e per fare questo la Regione deve rilanciare il proprio ruolo di programmazione ed indirizzo.
Se si vuole coniugare qualità dei servizi, tutela dell’occupazione e sostenibilità dei livelli di tassazione non ci si può sottrarre dal misurarsi con processi di riorganizzazione a partire proprio dai servizi pubblici locali. Processi di riorganizzazione che siano in grado di promuovere economie di scala e liberare risorse da investire nei servizi
Che fine ha fatto la legge regionale sul bacino unico del trasporto pubblico locale? In una regione con solo 1,6 milioni di abitanti si può pensare di superare la frammentazione esistente e cominciare a ragionare di un governo unitario del ciclo integrato dell’acqua e dei rifiuti?
E’ necessario fare scelte coraggiose che rompano le catene delle gelosie e dei particolarismi locali per affrontare la sfida della riorganizzazione che non può essere al servizio di quella o di quell’altra parte politica, ma deve trovare la sua forza in un progetto industriale che nasca prima della definizione degli assetti societari. Nessuna pregiudiziale ideologica.
Chiediamo però alla Regione di riprendere la propria iniziativa e di svolgere appieno il proprio ruolo di legislatore al fine di disporre di un quadro normativo omogeneo per i servizi pubblici locali dentro il quale misurare le scelte delle singole amministrazioni e sgombrare il campo dal pericolo di una nuova stagione di privatizzazioni per fare cassa.
Federico Vesigna – Sergio Migliorini – Pier Angelo Massa
Segretari Generali Cgil Cisl Uil Liguria