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CONFEDERAZIONE ITALIANA SINDACATI LAVORATORI

Cisl Liguria: creare in regione 50 mila nuovi posti di lavoro nei prossimi 5 anni

cisl bandieraLa Cisl Liguria lancia la sfida: rilanciare economia e occupazione in regione, creare 50 mila nuovi posti di lavoro nei prossimi 5 anni. Le possibilità ci sono, le ricchezze e le competenze non mancano.

Per la Cisl ligure, che insieme ad un pool di esperti ha elaborato un piano organico articolato su 8 punti che mira a creare nuova occupazione e a sviluppare le potenzialità del territorio, occorre creare una cabina di regia a livello regionale che includa la classe dirigente e politica, le parti sociali, le istituzioni, il mondo dell’associazionismo. Obiettivo: mettere a sistema i settori cardine in modo da non doversi più trovare a far fronte all’emergenza, attraverso una pianificazione strategica di medio periodo. Al lancio di questo piano organico di sviluppo seguiranno, da settembre, iniziative pubbliche sul territorio per costruire consenso e adesioni attorno al progetto regionale.

Assetti produttivi (industria, ricerca, agricoltura e servizi), contenitori culturali e bellezze naturali e ambientali non rappresentano solo un patrimonio da conservare e valorizzare, ma una vera opportunità di rilancio occupazionale per la Liguria.

  1. Occorre un piano integrato dei trasporti che colleghi aeroporto-porti-ferrovie-autostrade-bus-metro, cioè la miglior sinergia possibile per velocizzare la movimentazione delle persone e delle merci, un miglior coordinamento tra i porti liguri per realizzare un sistema competitivo a livello internazionale evitando la concorrenza interna, che produrrebbe solo un abbassamento delle tariffe con relativo impoverimento delle condizioni di lavoro.

  2. New deal industriale: implementare la ricerca e le infrastrutture immateriali come la banda ultra larga che garantisce la possibilità di operare nei mercati in tempo reale. Le nostre specializzazioni high-tech, una delle nostre opportunità di sviluppo, devono essere definite, rilanciate e supportate da tutto il sistema. Bisogna difendere la territorialità delle aziende del gruppo Finmeccanica e Fincantieri anche con la realizzazione di un distretto tecnologico specifico che garantisca, anche con fondi europei, il finanziamento della ricerca tecnologica e scientifica con il pieno coinvolgimento del sistema universitario e formativo. Altro elemento fondamentale è quello dell’accesso al credito: sarà importante avere un sistema creditizio che accompagni nella crescita le nostre imprese, auspicabilmente anche nell’arrivo in borsa del maggior numero di imprese possibili.

  3. Snellimento delle procedure amministrative attraverso una riforma degli enti e delle autonomie locali nel senso di semplificazione e utilità. La Cisl chiede che la regione crei l’aggregazione dei comuni e che i comuni, a partire dai capoluoghi di provincia, creino holding gestite da amministratori unici con risultati verificabili capaci di gestire servizi e territori, tutelando le comunità e semplificando anche il variegato mondo delle società pubbliche locali, che risultano essere sempre più indebitate e inefficienti. Un risultato apprezzabile potrebbe essere la riduzione tra i 50 e gli 80 comuni.

  4. Recupero del territorio con un piano straordinario di prevenzione e messa in sicurezza che potrebbe essere un volano per l’occupazione e per nuove filiere economiche legate all’agricoltura, al legno, all’energia pulita, alla biocoltura o al biologico in senso lato: insomma la versione ligure dell’Economia green. Un piano che trasformerebbe il costo dei continui dissesti ad un investimento produttivo per il futuro. Occorre creare una strategia a tutela dell’ambiente che passi dalla riqualificazione dell’attuale Consorzio di Bonifica del Canale Lunense estendendone i confini di pertinenza, esportandone il modello in tutto il territorio regionale.

  5. Turismo e cultura rappresentano un asset fondamentale e irrinunciabile per la Liguria. C’è bisogno di progetti territoriali integrati, sviluppati dalle parti sociali e dalle camere di commercio in stretta relazione con gli operatori dei servizi aerei, portuali e dei contenitori culturali esistenti, finalizzati alla creazione di imprese e di servizi. In sintesi il turismo culturale sociale è una miniera che altri sanno sfruttare benissimo e che per noi potrebbero essere un’opportunità di crescita che sicuramente metterebbe la parola fine sull’emigrazione di giovani.

  6. Nuovo welfare: la Cisl chiede l’istituzione di un assessorato regionale “per la persona”, che segua il cittadino dall’infanzia alla vecchiaia, che superi le attuali divisioni ed eviti gli sprechi. Creando un sistema che regolarizzi tutte le attività per migliorare la qualità di vita si creano le competenze si certificano e si porta ad emergere il tanto lavoro nero presente nell’assistenza alla persona, razionalizzando e finanziando il sistema in modo universale e consentendo agli utenti e alle famiglie libertà di scelta basata sulla qualità del servizio erogato dagli operatori. Considerata poi la nostra situazione demografica, sociale ed economica, è conveniente creare le condizioni che consentano una permanenza duratura del maggior numero di immigrati possibile, realizzando un “patto tra comunità e città” che preveda un percorso di diritti doveri finalizzato ad una rapida integrazione.

     

  7. Capitale umano, una risorsa da sfruttare e valorizzare. La vera questione non è solo quella di creare condizioni economiche e sociali per ridurre l’esodo: la sfida sta nell’attrarre nuovi giovani con elevati titoli di studio e con professionalità in settori economici dinamici. Serve una nuova visione unificata dell’oggi e del cambiamento, che attraverso la formazione continua intergenerazionale permetta a qualunque età di avere le competenze per stare o rientrare nel mondo del lavoro

  8. Genova, il capoluogo: In termini programmatici si dichiara di voler offrire maggiore attenzione allo sviluppo sostenibile, alla qualità della vita, ai problemi di armonizzazione delle relazioni porto-città, al potenziamento della ricerca, ma si ha la netta sensazione che la stagione delle grandi trasformazioni della città dei primi anni 2000 sia difficilmente replicabile in termini di efficacia delle realizzazioni e delle azioni di politiche pubbliche Fondamentale sarà la creazione di un nuovo dialogo tra i vari poteri e le rappresentanze sociali che superi il cosiddetto blocco poliarchico che tanti danni ha provocato a lavoratori e cittadini. Gli interlocutori dovranno insieme creare una cabina di regia responsabile della vera sfida che ci aspetta: quella di un nuovo sviluppo di qualità che abbia un orizzonte temporale svincolato dal giorno per giorno, ma un respiro strategico di medio periodo.

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