Sabato 28 maggio sciopero addetti aziende aderenti a Federdistribuzione - volantinaggi a Genova e in Liguria
Genova, 27 maggio 2016 - Si è svolta ieri nella sede della Uiltucs di Genova e Liguria una conferenza stampa indetta da Filcams, Fisascat e UILTuCS regionali per illustrare le ragioni del prossimo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio Sabato 28 maggio 2016 terzo sciopero di 8 ore dei lavoratori del commercio delle imprese aderenti a Federdistribuzione. Erano presenti alla conferenza stampa Giovanni Bucchioni, segretario generale Filcams Cgil Liguria, Silvia Avanzino, segretario generale Fisascat Cisl Liguria, Riccardo Serri, segretario generale Uiltucs Genova e Liguria, Cristina D'Ambrosio, segretario regionale Uiltucs Genova e Liguria.
Filcams, Fisascat e UILTuCS dicono no all’arroganza di Federdistribuzione che pretende: la definizione di un protocollo per le situazioni di crisi che consenta alle imprese, anche in assenza di accordo un sindacale e di derogare unilateralmente all’intero contratto. In occasione dello sciopero dichiarato dalle OO.SS sono previste in Liguria diverse manifestazione. A Genova si terranno alcuni volantinaggi fuori dai luoghi di lavoro. Ad essere coinvolti nella mobilitazione sono gli addetti di Rinascente, Oviesse, Ikea, Carrefour, Pam, Upim, Coin, Decathlon e molti altri punti vendita.
“Federdistribuzione pretende che per i cinque anni di contratto venga applicata una massa salariale di gran lunga inferiore a quella generata dall’unico contratto collettivo valido, siglato circa un anno fa e applicato alla stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti del settore della distribuzione commerciale operanti in aziende di piccole, medie e grandi dimensioni ossia quello Confcommercio - dichiarano i segretari generali liguri di Filcams, Fisascat e UILTuCS Bucchioni, Avanzino, Serri - A ben 28 mesi dalla scadenza del contratto applicato in quelle aziende, un contratto non firmato e disatteso da Federdistribuzione, siamo stati obbligati a dire basta di fronte alle ennesime condizioni presentate come inderogabili e che per noi si rivelano inaccettabili e addirittura offensive per le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori”.
Federdistribuzione ha avanzato la proposta indecente di erogare, per il triennio 2016/2018, una massa salariale pari a circa 1.800 euro, con una totale scopertura per 2014, 2015 e parte del 2016. Il contratto collettivo rinnovato nel marzo del 2015 da Filcams, Fisascat e UILTuCS con Confcommercio, applicato ai tanti lavoratori del commercio e della distribuzione, prevede, invece, l’erogazione di una massa salariale di 3 mila euro al 31 dicembre 2018, con aumenti già erogati nel 2015 e altri ancora che verranno corrisposti tra il 2016 e il 2017.
“La proposta di Federdistribuzione determinerebbe pertanto una perdita salariale secca di 1.200 euro rispetto al contratto siglato un anno fa – spiegano i sindacati - Ma non è finita. Sulla bilateralità e, dunque, sul welfare di categoria, le organizzazioni sindacali si oppongono alla frammentazione delle sedi bilaterali di assistenza e previdenza integrative per la più elementare delle ragioni: la frammentazione incrementerebbe i costi di gestione in riferimento a platee di associati più ristrette, con un evidente danno per gli stessi lavoratori beneficiari dei servizi e delle prestazioni. Senza tener conto della considerazione ulteriore secondo la quale, rispetto al Fondo per la formazione continua, nulla vieta alle aziende aderenti a Federdistribuzione di uscirne e trasferirsi in altro fondo, ma da anni ciò non avviene”.
I vertici di Federdistribuzione hanno compiuto un ulteriore atto di arroganza nei confronti dei lavoratori e di attacco frontale al ruolo e alla funzione delle organizzazioni sindacali: la decisione di erogare unilateralmente, a trattativa cessata e a oltre un anno dalla sigla del contratto collettivo del terziario, la somma di 15 euro. Basti pensare che da oltre un anno i lavoratori, ai quali si applica il contratto già firmato, hanno già ricevuto circa 400 euro in più in busta paga e possono contare su un aumento salariale consolidato di 30 euro, che diventeranno 45 euro da giugno. “Siamo di fronte a un atto gravissimo che mira a ledere la missione stessa delle organizzazioni sindacali, legittimamente titolari della contrattazione e storiche firmatarie dei contratti collettivi del terziario, della distribuzione e dei servizi, ossia Confcommercio, l'attuale contratto applicato dalle aziende aderenti a Federdistribuzione– concludono Filcams, Fisascat e UILTuCS - Un atto rispetto al quale reagiremo con tutte le forze e in tutte le sedi opportune”.