Regione, Legge sulla casa un'altra occasione perduta per fare sul serio
Genova, 29-05-2017: L'annuncio delle modifiche al sistema di assegnazione degli alloggi popolari era stato fatto più di un anno fa con la parola d'ordine “le case popolari agli italiani”, parola d'ordine dal sapore vagamente discriminatorio
Quanto inutile rispetto alle case popolari, che vedono una assegnazione di circa il 3% agli stranieri.
Tuttavia nulla si sapeva, nonostante le nostre ripetute richieste, della normativa che avrebbe costituito questo miracolo di “accudimento” verso la popolazione italiana che la Giunta stava mettendo in atto a fronte della tragica situazione costituita da migliaia di famiglie in attesa di un alloggio, esattamente 4800 in Liguria di cui il 61% per grave disagio economico: colpite dallo sfratto o subissate dai debiti per aver contratto mutui per fare fronte al bisogno di un alloggio, senza prevedere la bufera della crisi economica e occupazionale che le avrebbe travolte.
Oggi viene proposto un testo che, nel nome di un adeguamento moderno alle nuove condizioni di vita di questi anni (lavoro precario e quindi mobile, precarietà della situazione sociale e famigliare tra divorzi, separazioni ecc., aumento degli sfratti e della morosità incolpevole), contiene norme che se analizzate a fondo permettono solo di ridurre drasticamente la dotazione dell'edilizia sociale e di avviare in maniera mascherata un ulteriore processo di dismissione del patrimonio pubblico, già ampiamente al di sotto del fabbisogno.
I provvedimenti non colgono il disagio abitativo né il fabbisogno di alloggi che sta crescendo in modo esponenziale e ledono profondamente il diritto alla casa, considerato dalla nostra Costituzione un bene primario .
Alcuni esempi
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I cittadini più poveri avranno diritto solo ad una riserva del 50% nei bandi di edilizia popolare: sostanzialmente non sono utili a remunerare con l'affitto irrisorio le spese di gestione e manutenzione di ARTE ….
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Il figlio che lavora (come? Con che contratto? A tempo determinato?) viene immediatamente conteggiato (nella precedente normativa veniva previsto un tempo ragionevole di stabilizzazione della situazione famigliare) nella situazione reddituale della famiglia assegnataria e condiziona da subito il diritto di restare nella casa popolare
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viene introdotto un canone a scadenza anziché affrontare, attraverso fasce di reddito più ampie, la mobilità economica e sociale della famiglia
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viene prevista la possibilità di subaffittare per fare fronte a problemi di insolvenza sul pagamento del canone: il tutto con estrema leggerezza, senza prevedere norme di garanzia per i contraenti e per lo stesso ente gestore
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viene prevista la possibilità di vendita del patrimonio pubblico nelle zone di pregio: questo significa per la Liguria, così come si è sviluppata urbanisticamente, che si potranno vendere, facendo cassa, sopratutto case nella zona costiera. La possibilità di un reinvestimento per nuovi alloggi popolari non viene proceduralmente garantita, perché nel testo non ci sono tracce di regole ma solo affermazioni di principio.
Questi sono solo alcuni esempi di un quadro che porterà , al di là degli annunci, a una situazione ancora più ingovernabile dell'attuale .
CGIL CISL UIL LIGURIA sono quindi profondamente contrarie all'emanazione di un correttivo legislativo che non mette al centro i bisogni della cittadinanza:
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aumento dell'edilizia sociale e residenziale attraverso investimenti e recupero dell'esistente
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una programmazione triennale attraverso piani industriali pubblici degli enti gestori (ARTE) che venga discussa in maniera chiara e trasparente con tutte le parti sociali interessate
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rilancio di un modello di servizio e di gestione pubblica che tuteli i diritti di persone e famiglie in condizioni di disagio senza discriminazioni nei criteri di accesso e nelle procedure di assegnazione.