Terzo sciopero nazionale dei lavoratori degli appalti ferroviari
Venerdì 26 ottobre si effettuerà il terzo sciopero nazionale degli addetti degli appalti ferroviari ai servizi di pulizia, ristoro e accompagnamento notte, che si fermeranno per l’intera giornata, effettuando solo i servizi minimi previsti dalla legge 146/90. Il servizio di assistenza disabili resta garantito per intero. Il settore è colpito da anni da una grave crisi economica conseguente alle scelte delle società
del Gruppo FS di frammentare oltre misura i lotti ed accettare ribassi eccessivi da parte degli appaltatori. Solo in Liguria, ad esempio, per le 5 società del Gruppo FSI (RFI, Trenitalia; Ferservizi; Italferr, Grandistazioni) risultano operare ben 13 aziende diverse. Si determinano così sprechi e inefficienze e si rinuncia alle economie di scala possibili solo con gli accorpamenti.
Durante le gare, le valutazioni delle offerte da parte delle committenze avvengono senza tenere conto del costo del lavoro previsto dal contratto delle attività ferroviarie, anche perché le tabelle di costo orario sulle quali andrebbero effettuate le valutazioni di congruità non sono state mai pubblicate dal Ministero del Lavoro, nonostante siano state concordate fra le parti stipulanti a dicembre 2016. Quindi viene vanificata la clausola sociale e contrattuale concordata tra Sindacato e Confindustria sui tavoli del contratto dei ferrovieri in un’ottica di inclusione. In questo ambito, la pratica dei subaffidamenti da parte dei grandi consorzi nazionali, pur essendo perfettamente legittima, aumenta le criticità legate alla sostenibilità economica dei lotti, in quanto nella catena dei subappaltatori si riducono i profitti. Questo produce un ricorso inevitabile agli ammortizzatori sociali e il decadimento della qualità del servizio, oltre alle violazioni contrattuali da parte degli appaltatori, fino all’applicazione di contratti diversi da quello previsto nei bandi di gara, e i ritardi cronici nei pagamenti degli stipendi.
La committenza FS, di proprietà interamente pubblica, non sta dimostrando alcuna responsabilità sociale di fronte al 20% di esuberi dichiarati a livello nazionale su un totale di 10000 addetti circa, che in Liguria sono circa un centinaio su un totale di 450 . Probabilmente è distratta perchè troppo impegnata ad acquisire attività in crisi sul territorio nazionale per conto del Mise. La fine degli ammortizzatori sociali, prevista dal jobs act per il 24 settembre scorso (quando scadevano i 36 mesi dei contratti di solidarietà), potrebbe trovare solo una parziale soluzione nella proroga di 12 mesi contenuta nel decreto fiscale, che resta però solo un panniccello caldo in quanto non costituisce una soluzione strutturale ma solo temporanea, in un settore che non vede alcuna via di uscita alla crisi .
Il sindacato e i lavoratori chiedono con forza l’accorpamento dei lotti, l’applicazione delle tabelle di costo nelle valutazioni per gli affidamenti delle gare, la fine dei subaffidamenti senza criteri, l’aumento dei volumi di attività per la tutela del lavoro e per il miglioramaneto della qualità dei servizi ai viaggiatori.
Genova, 22 ottobre 2018
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