No allo scippo del Nautico: il futuro del salone e delle darsene sia strettamente legato
Lo soppiamento del Salone Nautico annunciato ieri dalla presidente di Ucina Confindustria Nautica, Carla Demaria, è per la Cisl di Genova una ragione di forte preoccupazione per la sopravvivenza di quello che resta, nonostante la forte riduzione degli ultimi anni, il primo evento per Genova "l’alta stagione" del turismo cittadino con ricadute su tutta l’area metropolitana, un’occasione di promozione straordinaria e al momento non replicabile per la città, con ricadute sulle imprese del territorio.
<Da anni Ucina minaccia di portare via l’evento da Genova, alzando sempre il prezzo e tentando di usare l’argomento come grimaldello per ottenere la concessione a lungo termine delle darsene della Fiera – spiega Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Genova e Area metropolitana. Dinamiche interne, appunto, che ora spingono Ucina ad approfittare del difficile momento di Fiera per appropriarsi di un’esperienza costruita in 53 anni e 55 edizioni e spostarla, almeno in parte, a Venezia. Noi crediamo che le istituzioni genovesi debbano unirsi per opporsi a questo scippo, costringere l’associazione di categoria a trattare e coinvolgere nel ragionamento anche Nautica Italiana che, non dimentichiamolo, raccoglie ormai quasi tutti le più grandi industrie del settore – prosegue Maestripieri -, anche perché noi vogliamo un Salone forte e non una fiera residuale, una campionaria del mare. Non è di questo che Genova e la sua economia hanno bisogno. Non si può “regalare” a Venezia l’evento principe accettando di diventare la sede del mercato dell’usato e di una piccola fiera dal respiro locale, magari anche concedendo le darsene in gestione a “I Saloni Nautici Spa”. A questo punto, è necessario che il futuro del Salone e delle darsene sia strettamente legato e che insieme concorrano per il futuro della città. Non dimentichiamo che il Blueprint insiste proprio nell’aria della Fiera e che le darsene diventeranno, se possibile, ancora più preziose di quanto non lo siano ora>.