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Maestripieri: «L'innovazione tecnologica può essere funzionale alla creazione di nuova occupazione, a patto che metta sempre al centro la persona»

Maestripieri convegno Industria 2Si è svolto lunedì 29 febbraio scorso presso la sala Nautilus dell’Acquario di Genova il convegno organizzato dal Partito Democratico sull'industria 4.0, cui hanno preso parte ricercatori, economisti, sindacato e aziende

. E' intervenuto Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Genova: «La Cisl è convinta che l'industria 4.0 non sia un ostacolo ma un valore aggiunto per la creazione di nuovi posti di lavoro, a patto che metta sempre al centro la persona – dice Maestripieri - Un esempio viene proprio dal nostro territorio, dove le industrie di robotica e l'Iit rappresentano una delle poche forti potenzialità per lo sviluppo. La crescita del Paese e del territorio passa attraverso la ripresa  dei consumi, nel dare lavoro e reddito ai cittadini: per questo motivo l'industria ad alta tecnologia è il vero perno dello sviluppo sui cui puntare. Le aziende italiane non possono, nemmeno riducendo i costi per il personale, competere con quelle dei paesi emergenti. Come fare? La chiave della competizione non va ricercata in un lavoro sempre più povero, ma in uno sempre più qualificato, impossibile o molto difficile da riprodurre nel Sud del Mondo. Credo che, in questo scenario, la formazione continua dei dipendenti potrà essere la carta più importante da giocarci per accrescere professionalità e occupabilità. Paradossalmente in Italia si sta andando in direzione opposta, distruggendo i fondi interprofessionali di formazione continua dei dipendenti: è questa la battaglia che aziende e sindacato, insieme, devono vincere per aumentare, al contrario, le occasioni di aggiornamento e di formazione».

«Non è quindi il sindacato il nemico dell'industria 4.0 – insiste Maestripieri - piuttosto l'incapacità di affrontare l'approccio al progresso tecnologico associato all'impresa. Applicando il concetto ai nostri confini regionali, penso ad esempio all'industria nautica, ma anche a settori meno riconosciuti come forma di industria, come il turismo, che invece sono fortemente legati all'innovazione tecnologica.

L'industria 4.0 potrà approfittare veramente delle nuove risorse messe a disposizione dalla tecnologia solo quando capirà che tecnologia, in questo momento storico, non vuole dire solo diminuzione della forza lavoro e precarietà, ma al contrario massima specializzazione, qualificazione e riqualificazione dei lavoratori che devono diventare finalmente il vero patrimonio di saperi dell'impresa. Deve dirci l'impresa in che direzione vuole andare e come interpretare il futuro 4.0. Questa è la sfida, e credo sia anche una bella sfida da giocare insieme, e mi auguro non su due fronti contrapposti».

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